Centrodestra, Reggio (e la) Calabria “terra di conquista”?

Montoro Francescodi Mario Meliadò - Il giorno giusto è oggi.
A quanto pare, nel pomeriggio le candidature per la coalizione di centrodestra per i vari collegi della Calabria saranno "blindate", con l'avallo del lìder maximo Silvio Berlusconi.

Partiamo da una considerazione: la pressione sui collegi dell'area centrale della Calabria è esplosiva. Evidente che qualcuno debba cedere il passo. Proprio per questo, s'era pensato di "catapultare" l'ex verdiniano Pino Galati – già sottosegretario alle Attività produttive e all'Istruzione – in un collegio "sicuro", molto probabilmente nella dirimpettaia Sicilia. I fatti ci dicono invece che Galati viene dato come "papabile" in quota Raffaele Fitto per contendere l'unico collegio uninominale tributato dalla coalizione alla "quarta gamba": un po' incredibilmente, quello di Reggio Calabria.
La notizia rappresenta una sorpresa nella sorpresa, visto che nelle ultime ore pareva ormai scontato che il seggio venisse attribuito ai "civici" ma comunque con un altro candidato non reggino, anzi anche lui di Lamezia Terme: l'ex presidente del Consiglio regionale Franco Talarico, che è poi l'uomo che sta cercando di rimettere in piedi l'Udc calabrese su mandato di Lorenzo Cesa. Al punto che Talarico verrebbe comunque piazzato anche capolista della "quarta gamba" moderata nel collegio Calabria Sud per Montecitorio, in una quota proporzionale assai incerta però per questo rassemblement civico. Le prossime ore ci confermeranno o meno questo trend, che sta turbando non poco il "popolo" del centrodestra: il collegamento alla territorialità, almeno nella porzione meridionale della Calabria, verrebbe a "saltare" in modo esplosivo.

Per motivi diversi, questo tipo di ballottaggio non può fare felici Ciccio Cannizzaro, Bernardo Misaggi e Sandro Nicolò.
Cannizzaro non può sprizzare gioia da tutti i pori, se verrà confermato – riunione in corso alla sede nazionale di Forza Italia, in piazza San Lorenzo in Lucina, a "guidare" Niccolò Ghedini – malgrado il "big sponsor" Paolo Romani il suo spostamento dal collegio reggino per Montecitorio al collegio Tirreno-Jonio meridionale, che mette insieme Piana e Locride e che non è il suo posizionamento naturale.
Per il primario del "Gaetano Pini" (fin qui, dato per certo nel collegio provinciale collegato a Piana&Locride) ci sarebbe invece solo un posto "relativamente sicuro" nel proporzionale: ma anche qui andrebbero capite molte cose, considerando che almeno due capolistature su tre paiono già prenotate da uscenti "di peso" come il vicecapogruppo alla Camera uscente Roberto Occhiuto e la coordinatrice calabrese dei berlusconiani Jole Santelli, e che un impegno diretto di Misaggi non potrebbe in ogni caso risultare mortificato, considerate le decine di circoli forzisti messi in piedi nella parte settentrionale della Calabria dal medico che ebbe in cura Rosa Bossi, cioè la madre di Silvio Berlusconi, e ancor più tutti i passi falsi precedenti (mancata candidatura alla presidenza della Regione nel 2010 quello più eclatante).
Lo stesso Nicolò, che pare "blindato" nel collegio uninominale per il Senato di Reggio Calabria dopo una militanza ultradecennale e priva di tentennamenti nel partito di Silvio Berlusconi (ad attestarlo, anche la pubblica "incoronazione" all'auditorium "Calipari" da parte del capogruppo uscente a Montecitorio ed ex ministro Renato Brunetta), difficilmente potrebbe essere esaltato da una sfida tra lametini per uno strategico collegio come quello di Reggio Calabria (unica città calabrese sopra i 150mila abitanti): in caso di flessione dei consensi per l'uninominale alla Camera, le probabilità di una parallela contrazione dei suffragi per l'uninominale al Senato ovviamente salirebbero. Per non parlare della qualità di controprogrammazione da parte del centrosinistra: venisse confermata una candidatura alla Camera per Reggio Calabria in grado di sbriciolare la compattezza di maggiorenti ed elettori del centrodestra, si tenterebbe in tutti i modi di tornare competitivi in collegi che lo stesso Partito democratico, a mezza bocca, fino a ieri dava per impervi (se non "impossibili").

Certamente i nodi e le sorprese non finiscono qui.
Prendiamo la Lega Nord. Chi anche solo pensava che potesse finire fuori dai giochi in Calabria, si sbagliava di grosso: a dispetto del possibile risultato non entusiasmante nel proporzionale, invece un collegio blindato c'è eccome. Stando a fonti informatissime, il "re delle cooperative" di Biella (in Piemonte) Francesco Montoro sarà candidato all'uninominale nel collegio 5 (Crotone – Sila Grande – Sila Greca): si tratta del patron dell'Eurotrend, main sponsor di Pallacanestro Biella (peraltro seconda in classifica nel girone Ovest di serie A2, a 6 punti di distanza dalla Viola MetExtra Reggio Calabria). Non un neofita assoluto della politica: a Biella è stato anche candidato sindaco, ma questo non incarna un precedente particolarmente confortante (alfiere della lista civica Biella Viva, non andò oltre l'1% dei suffragi). Peraltro, proprio il suo impegno a un migliaio di km di distanza pare aver piazzato una pietra tombale sulle velleità dei sovranisti di Peppe Scopelliti & C. rispetto a un collegio nel Reggino.

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Peraltro è tuttora assai conteso pure il collegio uninominale per Montecitorio numero 6, relativo ai territori di Vibo Valentia e del Soveratese: il candidato "naturale" appariva il coordinatore provinciale dei forzisti Peppe Mangialavori, che avrebbe rappresentato la continuità (rispetto a un compianto esponente "storico" di Forza Italia come il padre Antonino, assessore regionale al Lavoro della giunta Chiaravalloti) e il rinnovamento generazionale al tempo stesso, ma Fratelli d'Italia insiste per ottenere questo collegio per Wanda Ferro. Andasse in porto l'azione dei meloniani, il risultato non brillerebbe però per eleganza e opportunità: vanno bene le pari opportunità, ma è difficile scordare che già a Palazzo Campanella l'allora consigliere regionale della Casa delle libertà cedette il passo sempre alla Ferro.
Resta il fatto che proprio Mangialavori figura nel ristrettissimo "set" di consiglieri regionali "convocati" per questa mattina a Roma insieme a Nicolò, Cannizzaro e Mimmo Tallini, per tenersi «a disposizione» in vista della firma delle candidature di mano forzista.
Mentre nel collegio collegato allo Jonio cosentino è ancòra rovente la polemica innescata dal sindaco di centrodestra di Amendolara, Antonello Ciminelli: «Senza un candidato espressione di Sibaritide e Alto Jonio cosentino, non andiamo a votare!». Problema che sarebbe risolto alla radice puntando sull'ex segretario-questore del Consiglio regionale Pino Graziano, proiezione geografica della nuova città di Corigliano-Rossano e leader del movimento Il coraggio di cambiare l'Italia (che per ogni trattativa con Forza Italia a suo tempo aveva peraltro delegato l'ex sottosegretario Tonino Gentile: difficile non tener conto delle simultanee pressioni dell'ex coordinatore nazionale di Ap per strappare un "posto al sole" per il figlio Andrea).

Per il resto, sembra tutto più o meno "sigillato": a Cosenza città il nome sarebbe quello di Fausto Orsomarso (per Fratelli d'Italia); a Catanzaro, non pare scalfibile la posizione del consigliere regionale del Gruppo misto ed ex assessore regionale Mimmo Tallini.

Per il Senato, al collegio 1 (Jonica cosentina e Crotone) e al collegio 2 (Cosenza-Castrovillari) potrebbero esserci due donne: in teoria la sfida potrebbe anche essere raccolta da Santelli e Ferro, che sono le due esponenti politiche "rosa" di centrodestra più in vista su scala regionale (e nel caso di Wanda Ferro una scelta di questo tipo avrebbe un duplice valore aggiunto: evitare un "poker" di candidature azzurre e sbloccare la situazione per Mangialavori nel collegio camerale vibonese). Al collegio 3 sarà riproposto l'uscente Piero Aiello; al collegio 4 di Reggio Calabria abbiamo già detto del capogruppo forzista alla Regione Nicolò.

Ma le prossime ore sono molto attese anche per fare chiarezza rispetto ai tre "listini" proporzionali, che quanto a Forza Italia potrebbero vedere una capolistatura dell'ex presidente della Regione Pino Nisticò (al Senato?), mentre viene ipotizzato l'impegno tra i nomi in lista per la Camera del vicecoordinatore regionale del partito Nino Foti e dell'ex consigliere regionale Claudio Parente e per Palazzo Madama di Gianni Bilardi, senatore uscente e "figliol prodigo" nelle fila di Forza Italia dopo l'ampia parentesi nel Gal.
Per la Lega Nord potrebbe essere capolista anche in un collegio calabrese Giulia Bongiorno (ex parlamentare di Fli e legale "di grido" che Matteo Salvini sarebbe ben deciso a schierare in posizione preminente in parecchie regioni), ma senz'altro saranno della partita anche il segretario calabrese Domenico Furgiuele e l'omologo tra i "sovranisti" che coi leghisti sono alleati: l'imprenditore vibonese Domenico Giovanni Arena.
Fratelli d'Italia vedrebbe ai primissimi posti del plurinominale il coordinatore regionale Ernesto Rapani e soprattutto l'ex deputato ed ex sottosegretario alla Regione Gianni Dima.
I "civici" di Noi con l'Italia schiererebbero a quanto pare un ex deputato ed ex presidente del Consiglio regionale come Luigi Fedele (del quale, per la verità, tutto si può dire tranne che abbia un profilo squisitamente civico...), in quota Idea (il partito capitanato dall'ex ministro alle Riforme Gaetano Quagliariello): ma soprattutto, Raffaele Fitto punterebbe molto, in chiave proporzionale, sull'ex presidente della Provincia di Reggio Calabria Peppe Raffa. Altri nomi in ballo quelli dell'ex sottosegretario Mario Tassone, dell'ex assessore regionale all'Ambiente Dionisio Gallo e, a proposito di "figli di", della figlia dell'ex assessore regionale ai Trasporti Pasquale Tripodi.