False informative di Autorità giudiziaria: si conclude controversia tra Mariarosaria Russo e il Ministero dell’Interno

Con sentenza del Tribunale di Roma, seconda sezione civile, n. 2446/2019, si è conclusa la controversia tra Mariarosaria Russo, difesa dall'Avv. Giacomo Francesco Saccomanno, e il Ministero dell'Interno, difeso dall'Avvocatura Generale dello Stato, avente per oggetto false informative di Autorità giudiziaria. La Preside Russo nel maggio del 2017, rinveniva presso gli uffici di Presidenza un plico anonimo contenente un'informativa nella quale risultava nipote del boss Peppino Piromalli, classe 21;il plico conteneva anche altri atti, ancora al vaglio degli inquirenti. Pertanto, prontamente denunciava l'accaduto e la falsità del contenuto dell'informativa. Il Tribunale di Roma, seconda sezione civile, così si esprime: "dichiara che russo Mariarosaria non ha vincolo di parentela ex art.74 cc e non e' nipote di Piromalli Giuseppe (classe 21) e per l'effetto ordina al ministero dell'interno la cancellazione di tali dati dai circuiti istituzionali e da tutte le banche dati che li contengono". Sulla scorta di quanto indicato dallo stesso Ministero dell'Interno, che esplicita che "sulla veridicità di quanto riportato nelle informative risponde il pubblico ufficiale che, nell'esercizio delle sue funzioni le ha formulate e che il Ministero dell'Interno si limita ad un'attività di supervisione e coordinamento", si sta procedendo alla richiesta di risarcimento agli estensori della falsa informativa, che sarà interamente devoluto alle case famiglie che accolgono studenti a rischio, seguiti dalla stessa preside e dai suoi docenti in questi anni, sottratti alla potestà genitoriale e sotto protezione. "E' sconcertane dover ricorrere ad un tribunale per riaffermare il diritto alla propria identità e appare,altresì, inquietante che tali informative siano emerse in un preciso momento storico della mia attività professionale, ha dichiarato la Russo: da un lato la gestione dei terreni confiscati alla criminalità organizzata che, sebbene i decreti di confisca risalissero agli anni duemila, venivano gestiti ancora dai vecchi proprietari che li coltivavano fruendo presumibilmente anche dei fondi sociali europei e dall'altro la determinata battaglia per consentire agli studenti dell'Alberghiero di Locri, scuola di cui sono stata reggente, allocati da oltre 40 anni in stabili privati,sui quali è calato uno strano silenzio, addirittura uno dei quali sarebbe risultato non accatastato e per i quali si pagavano esosi affitti, di essere trasferiti in scuole pubbliche, idonee e sicure a costo zero". Quando si dice la verità, conclude la Preside citando Aldo Moro, "non bisogna dolersi di averla detta. La verità è sempre illuminante. Ci aiuta ad essere coraggiosi". L'avv. Saccomanno, soddisfatto della sentenza emessa dal Tribunale di Roma, ha commentato "Gli attacchi inverosimili alla Preside Russo per i quali, comunque, la giustizia saprà fare il proprio corso, ci impongono una riflessione profonda sulle tortuose e quanto mai enigmatiche e misteriose anomalie del "sistema". Non ci sarà nessun passo indietro e chi ha sbagliato risponderà,nelle sedi opportune, delle condotte assunte".

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