Porto di Gioia Tauro (RC), il movimento "Il Sud che sogna" al fianco dei lavoratori

Il movimento "Il Sud che Sogna" condivide la preoccupazione dei lavoratori portuali di Gioia Tauro rispetto alle risultanze del tavolo ministeriale odierno "alla cui fine il Ministro Toninelli ha annunciato un'ulteriore attesa di 60/90 giorni per la definizione della revoca della concessione pubblica a MCT che, tra l'altro, non ha partecipato ai lavori".

"In questi giorni una delegazione del nostro movimento è sempre stata presente ai sit in di protesta e oggi anche il nostro portavoce Michele Conia è stato presente alla protesta, in qualità di sindaco di Cinquefrondi esprimendo ancora una volta la propria vicinanza ai portuali.
La preoccupazione è legittima, sia per l'ennesimo rinvio di decisioni che possano dare una prospettiva certa ai lavoratori, sia perché da troppo tempo il destino dei lavoratori e delle proprie famiglie (e di un intero territorio) è in balia di istituzioni pubbliche e private che, nonostante la crescita del settore marittimo, sembrano volere il definitivo naufragio dello scalo calabrese, forse colpevole di avere teoricamente tutte le carte in regola per competere o per stare in rete coi principali porti mediterranei e mondiali e ciò è chiaramente visto come un problema politico per molti interessi nazionali ed internazionali verso altre realtà".

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Ad ogni modo "Il Sud che sogna" ritiene che "qualunque accordo debba prevedere obbligatoriamente e per iscritto l'impegno per il mantenimento della continuità lavorativa di TUTTI i lavoratori di Gioia Tauro, lavoratori che hanno da sempre dimostrato di essere in grado di gestire in modo ottimale qualsiasi tipo di flusso e di tipologia di lavorazione portuale.
Non si può dire la stessa cosa per la gestione politica della vicenda specie da parte del Governo che ancora oggi non ha provveduto a nominare il Presidente dell'Autorità di Sistema Portuale di Gioia Tauro, come da tempo denunciamo, ulteriore elemento di incertezza, (senza dimenticare la pantomima dell'accorpamento con Messina e il successivo smembramento con lo scippo non solo di Messina, ma anche di Reggio e di Villa S.G.) che sta lasciando senza una vera e legittimata guida politico-amministrativa lo scalo portuale della Piana. Troppe coincidenze per non pensare ad un delitto (im)perfetto".