Reggio, D’Ascoli: “Acqua non potabile? Falcomatà ha messo a repentaglio la salute dei cittadini”

falcomatagiuseppe160418"Sul sindaco Falcomatà vi è una responsabilità penale per omissione d'atti d'ufficio art. 328 C.p, per la mancata comunicazione dell'acqua non potabile".

Ad affermarlo è il consigliere comunale di Forza Italia Giuseppe D'Ascoli, che sostiene e supporta la tesi di Nuccio Pizzimenti e del Coordinamento Provinciale Enti Locali di Forza Italia.

"Si configura a carico del sindaco avv. Giuseppe Falcomatà, un grave reato penale, ravvisato in una responsabilità per omissione d'atti d'ufficio art 328 C.p, a stabilirlo è la Cassazione, ecco una delle tante sentenze (12147/2009), in quanto non appena messo a conoscenza della non potabilità dell'acqua avrebbe dovuto informare tempestivamente la cittadinanza, che invece, è stata esposta per un lungo periodo al rischio igienico e sanitario con pericolo per la salute pubblica"

È quanto dichiara anche Giuseppe D'Ascoli consigliere Comunale FI che da manforte a Nuccio Pizzimenti, dirigente del Coordinamento Provinciale Enti - Locali di Forza Italia, Città Metropolitana di Reggio Calabria - Gli azzurri attaccano il Sindaco Falcomatà ed evidenziano una "Notitia Criminis che apre certamente nuovi scenari giudiziari per il primo Cittadino".- D'ascoli e Pizzimenti ribadiscono con fermezza che – "Al Centro Storico l'acqua non è potabile già dal mese di Febbraio 2018, e la popolazione non è stata tempestivamente informata, come facilmente riscontrabile dagli atti sono passati circa tre mesi per dare la notizia, perché questo lungo ritardo ?".

Spiegano gli esponenti di FI "È bene ricordare, che il primo cittadino è ufficiale sanitario e deve tutelare la salute pubblica, quando le analisi rilevano il mancato rispetto dei requisiti per la potabilità, il sindaco deve adottare le opportune misure cautelative a tutela della salute pubblica, ivi compresa la sospensione della distribuzione, perciò non è tollerabile che a distanza di un mese dall'ordinanza citata e addirittura due mesi da quando l'ARPACAL ha comunicato gli esiti non conformi alla normativa vigente (4 Aprile 2018) dei valori contenuti nell'acqua erogata, nessun aggiornamento sia stato fornito in merito, né sui tempi occorrenti perché venga ripristinata la normale erogazione del servizio idrico nelle zone interessate".

--banner--

D'ascoli e Pizzimenti a tutela dei turisti e residenti ricordano: "Avevamo chiesto al sindaco nelle fontane pubbliche dove l'acqua non è potabile che vi fosse la segnalazione di divieto dell'utilizzo dell'acqua per uso alimentare, ma non siamo stati ascoltati, per tanto chiediamo l'intervento di Sua Eccellenza il Prefetto di Reggio Calabria Michele di Bari , sempre attento alle problematiche della popolazione - inoltre - evidenziano D'ascoli e Pizzimenti - l'acqua della condotta idrica che giunge nelle abitazioni non ha i requisiti per l'uso alimentare, per quanto riguarda il canone, alle famiglie sono pervenute le fatture con l'indicazione errata delle coordinate bancarie per il pagamento con bonifico, molti cittadini hanno riscontrato che il calcolo del consumo in base alle autolettura inviata a suo tempo non è stata presa in considerazione, ed è stata applicata la tariffa forfettaria nella quale hanno riscontrato un eccessivo consumo con un aggravio della spesa.

Altresì sul totale da pagare non abbiamo notizia di alcuna riduzione, ciò non è accettabile, quindi - annuncia Pizzimenti come già fatto in passato - agiremo con una class action per il rimborso del 50 per cento e se l'Amministrazione comunale sarà inadempiente la citeremo in giudizio calcolando anche i danni causati alla salute e le spese legali - incalzano D'Ascoli e Pizzimenti - insomma, un ingente esborso erariale di cui gli amministratori dovranno rispondere alla Corte dei Conti, i Reggini non possono e non devono sopportare oltre l'inerzia di Falcomatà che ha avuto la piena fiducia del popolo, e l'ha tradita profondamente disattendendo ad importanti obblighi e doveri della carica e del ruolo, per tutte queste ragioni siamo costretti nell'interesse della gente ad investire della questione anche gli organi governativi tramite ilcapogruppo di Forza Italia in Commissione igiene e sanità pubblicasenatore Marco Siclari, sempreattento alle problematiche del nostro territorio, il suo impegno politico ci rendono fiduciosi sulla possibilità che si trovi una strada risolutiva con la convocazione del Sindaco Giuseppe Falcomatà in audizione al Senato della Repubblica Italiana, per ottenere anche la nomina di un commissario ad acta".

Concludono D'Ascoli e Pizzimenti "La pazienza ha un limite, non basta portare un cognome per essere credibili o un bravo amministratore, se il giovane Falcomatà non è in grado, come fin qui dimostrato, di amministrare che liberi la città dimettendosi.

Ricordiamo all'avv. Falcomatà che la legge è uguale per tutti, e va rispettata".

Questa le sentenza riportata dal consigliere D'Ascoli:

Cass. Sez. VI sent. 12147 del 19 marzo 2009
Pres. De Roberto Est. Matera Ric. Sodano
Acque. Distribuzione acqua potabile e rifiuto di atti d'ufficio

Integra il reato di rifiuto di atti d'ufficio di cui all'art. 328, comma primo, cod. pen., e non l'illecito amministrativo previsto dall'art. 19, comma quarto, del D.Lgs. 2 febbraio 2001, n. 31, che disciplina la materia della distribuzione di acqua potabile in attuazione della direttiva CEE 98/83 sulla qualità delle acque destinate al consumo umano, la condotta inerte del sindaco di un comune il quale, a fronte di una situazione potenzialmente pregiudizievole per la salute pubblica in relazione all'assenza dei requisiti previsti per la potabilità dell'acqua erogata per il consumo, ometta di adottare, nonostante le ripetute segnalazioni pervenutegli dalle competenti autorità sanitarie, i necessari provvedimenti contingibili ed urgenti volti ad eliminare il rischio del superamento dei parametri stabiliti dalla legislazione speciale in materia.