"Sansone", la Dda chiede oltre 500 anni di carcere per le cosche di Villa San Giovanni e Archi

villasangiovannitraghettialto600di Angela Panzera - Le cosche di Villa San Giovanni e di Archi devono essere sepolte da oltre cinque secoli di carcere. Oscillano dai tre ai trentanni di carcere le richieste di condanna formulate oggi dai pm reggini, Walter Ignazitto e Giuseppe Lombardo, al gup distrettuale Filippo Aragona per i 47 imputati del processo, che si sta celebrando con il rito abbreviato, scaturito dall'inchiesta "Sansone". Trentanni, ossia il massimo della pena, sono stati invocati per Bruno Antonio Tegano, ritenuto dalla Procura l'uomo di vertice dell'omonimo clan, Pasquale Bertuca e Vincenzo Bertuca, fratello dello storico capoclan. Trentanni richiesti anche per Alfio Liotta, ritenuto il reggente della 'ndrina, Santo Buda e Andrea Carmelo Vazzana. Richieste di condanna "pesanti" sono state anche quelle registrate per Felicia Bertuca, 18 anni e 10mila euro di multa, per Angelo Benestare, Attilio Cotroneo e Domenico Bonforte, 12 anni ciascuno, Domenico Calabrese, 11 anni, Antonio Riniti, 10 anni e 6 mila euro di multa e Pietro Bertuca, 8 anni. Una sola è la richiesta di assoluzione, formulata dai pm, ossia quella che riguarda la posizione di Roberto Morgante.

L'indagine "Sansone", oltre a monitorare le dinamiche criminali su Villa San Giovanni e dintorni, ha anche smantellato la rete dei fiancheggiatori che hanno permesso al boss Domenico Condello, soprannominato "Micu u pacciu", di trascorrere una latitanza durata oltre 20 anni. Il suo arresto risale al 10 ottobre del 2012. La Dda poi, avrebbe fatto luce su almeno venti episodi estorsivi.

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Lavori piccoli, ma anche grandi opere pubbliche e private che in alcuni casi superavano il mezzo milione di euro, le cosche pretendevano che gli imprenditori si piegassero alle loro richieste. Ma non sempre gli imprenditori erano vittime. Ad essere accusati di associazione mafiosa sono i cugini Domenico e Pasquale Calabrese, per gli inquirenti gravitanti nell'orbita degli Zito-Bertuca. «Nella loro veste, è scritto nel fermo dell'indagine "Sansone", di soggetti imprenditoriali attivi nel settore dell'edilizia residenziale e non, oltre che nel settore delle pulizie, della disinfestazione, derattizzazione e sanificazione, hanno il compito di scrutare il panorama economico e di riferire al sodalizio di ogni nuova iniziativa affinché i vertici facciano pervenire le richieste estorsive; Inoltre, sulla base di precisi accordi con il capo cosca Pasquale Bertuca si impegnavano a conferire - autonomamente ed automaticamente - parte dei guadagni e degli utili di impresa al sodalizio, senza sottostare ad alcuna forma di imposizione, ricevendone in cambio protezione». Per i pm i cugini Calabresi sono due imprenditori che sono vicino agli ambienti malavitosi tanto da poterli definire «pienamente partecipi degli assetti mafiosi ed assolutamente intranei alla cosca Zito-Bertuca».

Durante la propria requisitoria i pm antimafia hanno richiesto la condanna a a 5 anni di carcere per il collaboratore di giustizia Vincenzo Cristiano che ha deciso di "pentirsi" subito dopo l'arresto. Durante l'interrogatorio svoltosi davanti al gip, subito dopo il fermo eseguito dai militari dell'Arma del comando provinciale reggino, Cristiano decise di intraprendere un percorso di collaborazione con la giustizia e diventó a tutti gli effetti un "pentito" e attualmente si trova inserito all'interno di un programma di protezione. Vincenzo Cristiano, detto "Enzo", è accusato di essere un uomo del clan Zito-Buda-Bertuca attivo a Villa San Giovanni e dintorni.

L'accusa mossa nei suoi confronti è quella di associazione mafiosa in particolare, si legge nelle carte dell'inchiesta "Sansone", di essere un «partecipe dell'assetto mafioso facente capo alla cosca Zito-Bertuca, con il compito di trasmettere- su disposizione del Bertuca- i messaggi della cosca agli imprenditori cui veniva richiesto il pagamento del pizzo e di curare le relazioni con gli affiliati alla cosca Condello, al fine di procurare degli incontri chiarificatori fra i referenti delle due cosche di 'ndrangheta, per concordare il riparto dei proventi illeciti ed evitare una duplicazione delle richieste estorsive».

In buona sostanza faceva da trait d'union fra le due 'ndrine. Il tutto per evitare di chiedere due volte le estorsioni agli imprenditori che le cosche avevano scelto di vessare. Adesso la parola passera agli avvocati per i loro interventi.

Di seguito le richieste di condanna formulate dalla Dda reggina:

Carmelo Araniti: 4 anni
Michele Battaglia: 3 anni e 8 mesi
Angelo Benestare: 12 anni e 8 mila euro di multa
Felicia Bertuca: 18 anni e 10 mila euro di multa
Pasquale Bertuca: 30 anni
Pietro Bertuca: 8 anni e 4 mila euro di multa
Vincenzo Bertuca: 30 anni
Domenico Bonforte: 12 anni e 10 mila euro di multa
Santo Buda: 30 anni
Domenico Calabrese: 11 anni
Domenico Condello classe 56: 20 anni
Domenico Condello classe 72: 18 anni
Luciano Condello: 8 anni
Attilio Cotroneo: 12 anni e 8 mila euro di multa
Vincenzo Cristiano: 5 anni e mille euro di multa
Grazia Falcone: 3 anni
Francesco Giustra: 3 anni e 8 mesi
Alessandro Idone: 10 anni
Antonino Idone: 5 anni e 14 mila euro di multa
Fortunato Laganà: 12 anni
Giacomo Latella: 12 anni
Alfio Liotta: 30 anni
Giovanni Malara: 18 anni e 10 mila euro di multa
Giuseppe Marcianò: 3 anni e 8 mesi
Renato Marra: 12 anni e 8 mila euro di multa
Roberto Megale: 10 anni
Sebastiano Megale: 3 anni e 8 mesi
Roberto Morgante: assoluzione
Antonio Oliveri: 3 anni
Giovanni Oliveri: 3 anni
Andrea Palermo: 3 anni e 8 mesi
Antonino Plutino: 4 anni
Antonino Riniti: 10 anni e 6 mila euro di multa
Giuseppe Ripepi: 3 anni e 8 mesi
Maria Caterina Romeo: 8 anni
Giuseppe Scappatura: 11 anni
Alberto Scarfone: 16 anni
Rocco Scarfone: 14 anni
Antonino Sottilaro: 10 anni
Francesco Sottilaro: 6 anni e 4 mila euro di multa
Vincenzo Sottilaro: 18 anni e 10 mila euro di multa
Lorenzo Sottilotta: 11 anni
Bruno Antonio Tegano: 30 anni
Andrea Carmelo Vazzana: 30 anni
Giuseppe Vermiglio: 3 anni
Domenico Viglianisi: 12 anni e 8 mila euro di multa
Domenico Zito: 20 anni