Lazzaro, il paese dei gattopardi

Riceviamo e pubblichiamo:

Gentile Redazione,sono uno dei tanti reggini che vive al Nord e che, ormai da decenni, come di consueto rientra nella propria amata terra di origine per godere di alcuni giorni di vacanza.
Frequento Lazzaro da trent'anni, avendo una piccola casa di proprietà della mia famiglia. Quello che mi duole segnalare è l'assoluta incapacità di chi amministra questo bellissimo lembo di terra a dare un minimo di decoro e renderlo vivibile.
Cambiano i sindaci, cambiano gli assessori, cambiano i consiglieri comunali ma, come nel "Gattopardo", qui tutto cambia affinché nulla cambi mai.
Lazzaro è un paese immobile, che sta lentamente sparendo sepolto dall'incuria di chi governa la cosa pubblica.
Un Lungomare che potrebbe essere da cartolina, ammirato da Cicerone nel 43 a.C. e da cui prende il nome, da dieci anni è ricoperto da palme, arbusti e piante mai oggetto di manutenzione: per un disabile, per mamme con i bambini, per chi vuole approfittare di una corsetta è un'impresa ardua riuscire a evitare gli ostacoli. Per non parlare della ignobile ringhiera sul mare, arrugginita e in più tratti inesistente.

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Un Lungomare decadente nella pavimentazione, dove essa esiste ancora. Si, perché nei pressi della zona centrale, dove insiste una attività ristorativa e numerose abitazioni e residence di villeggiatura, la passeggiata non esiste più per oltre 200 metri: è crollata sulla spiaggia e mai negli anni è stata riparata; e in quel punto la discesa a mare è letteralmente impossibile, a meno che tu non sia un abile scalatore alpino...
Per non parlare dell'asfalto delle strade di collegamento al mare dalla Strada Statale: in condizioni vergognose quello della cosiddetta fiumara in Contrada San Vincenzo, sconnesso e pieno di voragini; di pari vergogna quello della discesa dallo storico Residence Malibù. Senza dimenticare che in agosto non viene incaricato alcun Vigile Urbano di verificare la sosta selvaggia sulle predette strade, occupate da autovetture che impediscono a chiunque il passaggio.

Persino la raccolta differenziata porta a porta, che cittadini e turisti intendono seguire con attenzione, viene mortificata dai disservizi delle continue mancate raccolte (solamente nella prima settimana di agosto per ben 3 volte è saltata la raccolta). Con la conseguenza che lungo tutto il paese e il Lungomare, il fetore arriva persino a deliziare i bagnanti.
Insomma, per chiunque rientri a Lazzaro per le vacanze dopo aver trascorso 11 mesi lontano, ogni anno è sempre la medesima storia gattopardesca: tutto deve cambiare perché tutto resti come prima. Immutabile ed eterno.

ING. TRIMBOLI PASQUALE