I bambini di Brancaleone

trenolineaionicadi Nino Mallamaci* - La tragedia di Brancaleone, che coinvolge non solo i due poveri bambini ma anche la mamma, la quale avvertirà a vita la responsabilità per il tragico evento, meriterebbe di rivolgere un pensiero a tutti loro astenendosi dal trovare nella tragedia motivi di polemica. Ho quasi finito di leggere, dietro suggerimento di Massimiliano Ferraris Di Celle, "Il cerchio" di David Eggers. In questo libro inquietante, quasi un 1984 di Orwell aggiornato ai giorni nostri, si trovano delle affermazioni a noi familiari del capo di questa azienda (si potrebbe abolire il Congresso degli Stati Uniti), e tanto altro su cui riflettere, trattando l'opera di Eggers il tema della onnipotenza della rete e della sue capacità taumaturgiche per il genere umano nel suo complesso.

--banner--

Lo so, state pensando quello che penso io: Casaleggio, Grillo, piattaforma Rousseau, la rete, la rete, la rete... Gli adepti del cerchio, in sostanza, ritengono che il suo utilizzo spinto al massimo delle potenzialità, fino alla cancellazione della privacy e la condivisione di ogni informazione concernente tutti gli abitanti della Terra, rappresenti la panacea di tutti i mali. Stamattina, leggendo la notizia e i commenti alla morte di quei bambini, non ho potuto fare a meno di fare una considerazione. In sostanza, invece di limitarsi a descrivere i fatti e immedesimarsi nel dolore indescrivibile che hanno determinato, l'interesse di giornalisti e commentatori vari si è concentrato sulla ricerca delle responsabilità per quanto accaduto. Ho letto di linea ferroviaria jonica maledetta, di scarsa manutenzione, di mancanza di protezione di mette a rischio la sicurezza. E mi sono chiesto: ma tutto questo baccano, a che pro? Nello specifico: si può credere, usando un minimo di logica, che tutte le linee ferrate possano essere isolate dal territorio per eliminare il rischio - remoto, per la linea jonica, in quanto i treni che ci passano sono purtroppo ormai pochissimi - che qualcuno attraversando i binari sia travolto dal treno? Io credo proprio di no. Come credo più in generale, e riferendomi al Cerchio di Eggers, che il volere eliminare dalla vita dell'uomo ogni rischio di incidenti, malattie, delitti, anche utilizzando gli strumenti più moderni e tecnologicamente avanzati, sia una pura utopia. Tendere all'utopia, anche in politica, è certamente utile, giacché la corsa alla perfezione contribuisce a non rassegnarsi e a provare, instancabilmente e ogni giorno, a migliorare il mondo che ci circonda e noi stessi. Il fato, il caso, la fatalità, però, fanno parte della vita, come la morte che la conclude ineluttabilmente, e il volerli eliminare, o il cercare sempre e comunque un capro espiatorio, o una responsabilità per usare un termine neutro, non serve a nulla. Il fato, il caso, la fatalità, determinano, da soli o in concorso con altre cause, molte delle cose dolorose e orribili che accadono: incidenti, malattie, delitti. l'Uomo non sarà mai in grado di arrivare alla perfezione, e una tensione di questo genere può creare false aspettative e generare frustrazione, uno dei grandi problemi della società capitalistica di oggi (ma qui mi fermo). Dunque: rispettiamo la vita e la morte di questi poveri bambini e della loro mamma. Chi è credente, preghi per loro. Chi non lo è rivolga loro un pensiero sobrio e provi a custodirne la memoria provando ad essere migliore.

* Avvocato e scrittore