Beata quella terra che non ha bisogno di eroi

salvini rosarno2di Pasquale Cotroneo - L'accoglienza riservata al leader della Lega, Matteo Salvini, ieri in Calabria è stata evidentemente degna di nota. Lo era stata già durante la campagna elettorale, ad esempio a Reggio Calabria, quando, nonostante i tentativi di sminuire da parte di qualcuno, centinaia di persone avevano riempito il teatro "Odeon" nel giorno di San Valentino.

A Rosarno e Lamezia Terme, l'entusiasmo, anche grazie ai risultati ottenuti il 4 marzo, era ancora più travolgente.

E no, non può essere "merito" solo di quella parte del centrodestra calabrese (quella legata all'ex Governatore Giuseppe Scopelliti) che ha deciso di sposare il progetto sovranista del leader del Carroccio. Alle manifestazioni c'era soprattutto gente comune, persone slegate da qualsiasi legame con l'uno e l'altro partito.

C'erano, poi, gli insoddisfatti, gli indignati, ex fascisti e persino ex comunisti.
Tutti alla ricerca di un "eroe" che possa salvare questa terra dal decadimento e dalla povertà cui sembra condannata.

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E tra tutti gli slogan, i cori, gli incoraggiamenti del pubblico uno più di tutti merita una riflessione: quel "Salvini, salvaci tu", esposto con dei cartelloni a Reggio Calabria e urlato ieri dalla platea a Rosarno e Lamezia Terme.

"Salvini, salvaci" dai migranti, dall'Europa, dalle tasse, dai Cinquestelle: questo, in breve, il desiderio di chi era ad accoglierlo nel cuore della Calabria, così come nella Piana di Gioia Tauro.

A conferma di una tendenza sempre più diffusa grazie alla quale leaderismi e partiti personali hanno soppiantato le strutture organizzate, lo spirito di gruppo e l'agire comune. (Non solo nel Bel Paese, basta volgere lo sguardo all'Europa per scoprire tanti casi simili)

Si confida sempre in un soggetto su un piano più alto rispetto a quello in cui si trova la cittadinanza.

L'altro ieri era Berlusconi, ieri Renzi, oggi Salvini. Per una parte di calabresi, e di italiani, è sempre il momento giusto per "un uomo solo al comando". Uno che ci tiri fuori dalle secche, insomma.

Come se questo bastasse per risolvere tutti i problemi.

In una dannosa ed estrema semplificazione, portata avanti da politici e media, che non può rappresentare in modo adeguato la necessità di nuove idee, nuovi progetti, nuovi programmi comuni e collettivi che rispondano alle istanze sociali della popolazione. Ma nessuno sembra farci caso.

Ci hanno sempre detto che la politica è "fare insieme", qui, ancora una volta, ci si affida ad un nuovo "santo in paradiso" con una buona dialettica ed il mantello da Batman.