…E’ bastato così poco. Ovvero: e le (5) Stelle stanno a guardare…

parlamentariemovimento5stelle600di Mario Meliadò - Una botta durissima alla credibilità del Movimento Cinquestelle e delle possibilità di "tenuta" della nuova piattaforma telematica Rousseau, le Parlamentarie 2018 che si sono concluse alle 21 di ieri.

...Sì, perché tra le notizie che emergono dall'immenso caos che ha scandito le due giornate (16 e 17 gennaio, appunto) delle votazioni telematiche per gli aspiranti a una candidatura pentastellata alla Camera o al Senato, ci sta anche questa singolarità: dopo aver scritto "cautelativamente" sul blog del leader e fondatore Beppe Grillo che in caso di grande "coda virtuale" per votare online ci sarebbe stata una proroga alla giornata odierna (in tal caso, si sarebbe votato dalle 10 alle 14), dopo aver puntualmente riscontrato che martedì 16 l'attesa è stata invereconda (fino a quattro ore per molti utenti, in mattinata), dopo aver dovuto verificare per forza di cose che tante sono le candidature formalizzate sul sistema telematico eppure mai presentate, tantissime di più peraltro quelle "stroncate" a oltre dieci giorni di distanza dalla loro regolarizzazione da parte degli interessati, cui però tale bocciatura non è stata mai notificata (così come i relativi motivi d'esclusione), la beffa nella beffa è che nella tarda serata di ieri sempre su beppegrillo.it è stato reso noto che le Parlamentarie «si sono concluse» (quando tutti davano per scontata la proroga, viste anche le intensissime polemiche).

Ma il Sacro Blog del comico-politico genovese dice anche altro.

Dice, ad esempio, che «non c'è nessun timore di ricorsi da parte degli esclusi». Che le regole in tema di candidatura «erano molto chiare» (affermazione francamente temeraria, vista la marea di diretti interessati puntualmente esclusi che afferma con sconcerto d'aver riscontrato, nella pratica, un'ambiguità enorme della formazione interna al riguardo), ma anche «molto rigide».

...Esempio? «Anche il turpiloquio nei confronti degli avversari politici a mezzo social – si fa notare – è stato considerato ostativo ai fini della candidatura». Un parametro assai singolare ma che, soprattutto, lascia cadere le braccia al solo guardare (come vedremo) l'elenco di casi ingarbugliati connessi a esclusioni dalla votazione apparentemente inspiegabili. E il tutto mentre neanche un portavoce (parliamo dei parlamentari), in Calabria come altrove, riusciva a fornire in maniera lontanamente credibile una parvenza di spiegazione a quanto stava accadendo.

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Così, mentre Grillo annunciava seraficamente che domenica prossima in Abruzzo – a Pescara – avrà luogo il lancio ufficiale delle liste per le Politiche del 4 marzo nel corso di una manifestazione pubblica, su Twitter partiva come un tornado un'imponente contestazione pubblica accompagnata dall'eloquente claim #annullatetutto, nell'auspicio che falle oggettivamente inimmaginabili potessero essere sanate in qualche modo o quantomeno affrontate con informazioni puntuali e tempestive, e non con un "muro di silenzio", tra l'altro ben difficile da accettare da chi si propone come fiaccola del cambiamento.

Va anche detto che la Calabria, in queste ore, ha avuto un ruolo primario nella contestazione di una parte significativa della base rispetto a regolare malcerte e applicazione disastrosa del voto telematico e delle norme poste alla sua base.

"A tempo di record" ha presentato ricorso al Comitato elettorale e al Tribunale di Paola un iscritto pentastellato in realtà molto recente (primo gennaio 2017), il giornalista Antonello Troya di Belvedere Marittimo, nel Cosentino, che trmaite il legale Francesca Occhiuzzi ha contestato la mancata partecipazione alle Parlamentarie, ma anche il ritenuto «danno d'immagine» in capo a Troya, cui potrebbe essere risultato fatale il cambio dei dati negli ultimi giorni a ridosso della votazione online. «Credo in Luigi Di Maio e nelle strategie messe in campo da Grillo e Casaleggio, per cui sono pronto a rimettermi in gioco», ha commentato l'escluso circa la sua fedeltà al movimento e l'intenzione, attraverso il ricorso, d'essere reintegrato nelle liste.

Ma come già s'è detto, c'è anche almeno un altro caso emblematico, e stavolta nel collegio Calabria Sud per la Camera dei deputati: quello del reggino Salvatore Salvaguardia. Posizione teoricamente "di ferro", la sua, grillino della prima ora e che mai ha derogato a questa posizione, candidandosi tra l'altro alle Regionali 2014 con un ottimo risultato (secondo più votato in assoluto nella circoscrizione elettorale reggina).

Anche Salvaguardia ha annunciato di voler fare chiarezza tramite un ricorso. Intanto, su Facebook evidenzia d'aver «chiesto spiegazione via mail a listeciviche@movimento5stelle.it non avendo ricevuto alcun diniego e avendo seguito tutte le istruzioni», ma niente da fare. Silenzio impenetrabile. «Roba da matti!» commenta sul popolarissimo social network l'ex candidato sindaco pentastellato alle elezioni di quattro anni fa Vincenzo Giordano. Disarmante Bruno Pezzano: «A Taurianova abbiamo dei perfetti sconosciuti come candidati. Io ho già segnalato la cosa allo staff di Laura Ferrara», l'europarlamentare che ha i galloni di responsabile regionale della campagna elettorale per le Politiche. Urla al «complotto organizzato dai soliti noti» Antonio Nick. Patrizia Romeo: «Questa storia mi spaventa... e non poco».

Ma a fronte della richiesta di spiegazioni su quanto stesse accadendo, rimangono le sconcertate parole di Salvaguardia: «Non si capisce, o per meglio dire si capisce bene, ci sono decine d'attivisti che non possono votarmi». E poi: «Sarebbe interessante capire il metro che hanno utilizzato» (giustamente). Mentre Antonino Pasquale Amodeo stronca le contestazioni: «Criticale solo sapete, già siete arrivati alle conclusioni, la maggior parte di voi non ha capito nulla del M5S, tanti di voi criticoni avrebbe usato il M5S per carriera e non per risolvere i problemi dei cittadini». Ma persino altri defenestrati dalle Parlamentarie come Marco Nigro di Grotteria utilizzano l'argomento pesante del "male minore": «Mi permetto di dire a noi esclusi di non fare tanto baccano (anche perché sono convinto che si tratta di errori del sistema), perché i media di regime non aspettano altro per buttare fango sul Movimento».

Ma pure gli altri esclusi di cui abbiamo detto ieri non l'hanno presa benissimo. Basti pensare all'aspirante candidato al laticlavio Franco "Frank" Polimeno: la sua candidatura, spiega sui social, «è stata inspiegabilmente eliminata dalle liste telematiche del Movimento. Tutto ciò, finora, senza neppure una mail esplicativa, a tal punto da farmi immaginare un errore da sovraccarico della piattaforma». Secondo Polimeno, forte di «sei anni d'attivismo», la soluzione migliore sarebbe «una restitutio in integrum, con la reimmissione del malcapitato candidato in lista in caso d'errore».

Peraltro, anche l'esperto d'Information and Communication technology Giorgio Nordo (a sua volta tra i "cassati" per una possibile candidatura per Palazzo Madama) ha già demandato gli atti al proprio legale, il membro del Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Reggio Calabria Antonino Bizzintino.

Ma Nordo s'è già informato: in «forum riservati» a 5 stelle, alcuni «talebani» avrebbero «segnalato» la sua candidatura per via della candidatura nella lista civica "Ethos" alle Comunali 2014. Tuttavia per diverse ore di martedì 16 Giorgio Nordo si consegna al silenzio, nella speranza che venga diagnosticato un errore, magari di "Rousseau", e di poter essere reintegrato "al volo" nei ranghi delle Parlamentarie.

Quando l'interessato capisce che non accadrà, non avendo ricevuto neanche uno straccio di risposta dalle terminazioni competenti del Movimento Cinquestelle, scrive su Facebook: «È evidente che la mia candidatura faceva paura, anzi per essere più precisi che tutti noi li abbiamo spaventati a morte».

Al Dispaccio.it, Giorgio Nordo spiega: «Non ho ricevuto informazioni o notifiche ufficiali né tantomeno spiegazioni, nonostante io abbia scritto più volte anche sul blog. In modo informale mi hanno detto che la mia candidatura sarebbe stata accettata, ma la contestazione avrebbe investito la candidatura nella porzione di "Reggio in Movimento" confluita nella lista civica "Ethos". Capisco che nel panorama odierno è raro trovare una lista davvero civica, che non funga da lista-civetta: ma quella lo era. Il Regolamento parla invece d'esclusione in caso di candidatura in movimenti politici. Adesso, sono assolutamente determinato nel ricorrere alla Giustizia e nel proporre ricorso verso quest'esclusione che, come tanti altri in Italia, reputo illegittima».

A fronte del vibrante post di Giorgio Nordo, decine e decine di commenti: «Ti sei salvato in zona Cesarini, sii contento», ironizza Antonio Cormano. Guido Marchesano gli rivolge un invito a non avere troppe premure per la scala gerarchica: «Cerca di avere un colloquio diretto con Di Maio o Di Battista per avere spiegazioni». Secondo Francesco Mazzotta, «Il M5S ha un'incredibile tendenza a farsi male da solo». Fausta Cuzzocrea si spinge oltre, dipingendo il movimento come «una setta. Come tutte le sette, non si ammette la democrazia né la si esercita». Antonio Malaspina ammette a denti stretti: «Io vorrei votare per la prima volta M5S... Ma questi fatti mi lasciano quanto meno perplesso. Il "movimento" è effettivamente democratico? Boh!». La Corsi: «Se è così, sono molto delusa dal Movimento». «Non ti avrei votato – ammette Beniamino Condoluci – ma sei una persona seria, devo darti atto che probabilmente davi fastidio». Nell'analisi di Emilia Milone, «sono inaffidabili, sono uguali uguali a quelli che stanno al governo!». E tra le chiose caustiche spicca quella firmata da un ex assessore comunale e politico di Destra di lungo corso, Peppe Agliano: «Bentornato dalle nuvole, Giorgio!» e, a mo' di par condicio, l'ironia di un ex consigliere del centrosinistra (la civica Energia Pulita) Nino Liotta: «Ma se uno s'è candidato alla carica d'amministratore di condominio, ma non l'ha fatto col fivestars, è compatibile?».

Altri invece criticano impostazioni di questo genere: «Leggo e rileggo commenti e "sentenze" preconfezionate, a mio modesto avviso anche superficiali», osserva Renato Pesce. Nell'opinione di Maurizio Malara «si può discutere sul fatto che il sistema non sia perfetto (qualcosa sarà sfuggito sicuramente), ma da qui a pensare a chissà quale complotto ce ne vuole». Toni molto aspri poi da Nino Monteleone: «Hanno fatto bene (...). Basta vedere il veleno che stai vomitando, per capire che hanno ragione ad escluderti».

Ma, a entrare nel merito, uno degli attivisti pentastellati "storici", Daniele Morabito, evidenzia che l'articolo di Regolamento applicato e da rileggere con attenzione recita: «non dovrà mai aver partecipato a elezioni di qualsiasi livello (...) con forze politiche diverse dal Movimento 5 Stelle a far data dal 4 ottobre 2009», a suggerire che anche la candidatura in una civica come "Ethos" integrerebbe la violazione legittimando la mancata candidatura. E poi anche una risposta-non-risposta della deputata reggina uscente (e ricandidata) Federica Dieni: «Solo per chiarezza, visto che si citano i rappresentanti locali. Noi parlamentari uscenti non abbiamo poteri in merito alla scelta delle candidature, non abbiamo scritto né applicato alcuna norma. Posso solo suggerirti di chiedere a listeciviche@movimento5stelle.it».

Lo stesso account dal quale a Giorgio Nordo e a molti altri (fin qui) non è mai giunta risposta.

Stando però a numerosissimi attivisti (non solo coloro i quali hanno "assaporato" direttamente la cancellazione dai votabili, va detto), minimizzare l'accaduto sarebbe un errore fatale in sé, ma anche perché cancellerebbe quasi dalla scena un altro risvolto inaccettabile della vicenda: la lamentata disparità di trattamento. L'esempio più lampante, ad avviso di molti, concerne Giuseppe Fabio Auddino, proprio lui, il candidato di Cinquestelle più votato alle Regionali 2014 nella circoscrizione elettorale di Reggio Calabria. Solo che il 46enne insegnante del "Guerrisi" di Cittanova che da giorni sul proprio profilo Fb invita a «scegliere le persone migliori, quelle credibili e preparate», in realtà nel 2010 era stato candidato alle Comunali di Polistena nella lista civica "Rilanciamo Polistena": quella, per capirci, che fece trionfare l'esponente dell'oggi Pci (già Pdci e Pcdi) Michele Tripodi quale sindaco della cittadina tirrenica. Secondo alcuni, proprio per questa ragione, "Rilanciamo Polistena" si sarebbe configurata come una lista decisamente a matrice politica; ma anche a concordare sull'ipotesi di una "civica", è palese che occorrerebbe capire per quale motivo un candidato ad esempio in "Ethos" andrebbe escluso e uno in "Rilanciamo Polistena" invece no.

Ma c'è anche un altro nominativo assai citato in queste ore: quello di Leone Massimo Occhiuto, cioè (salvi casi d'omonimia: improbabili, visto il numero di persone che lo citano come "esempio") il funzionario dell'Agenzia delle Dogane che alle Comunali del novembre 2014 diede il suo contributo alla vittoria quale sindaco di Giuseppe Falcomatà candidandosi nella lista civica "Reset", che conquistò tre seggi (Occhiuto, però, si fermò a 234 suffragi).

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