Ma cosa vi aspettate dagli ultras?

Curvaegginastriscionedi Claudio Cordova - Che sia Anna Frank con la maglia della Roma, che sia lo striscione dei laziali di qualche anno fa nei confronti dei giallorossi "Squadra de negri, curva d'ebrei", che sia il motorino scaraventato giù dagli spalti di San Siro o la leadership di Genni 'a carogna, che sia, infine, la coreografia della curva della Reggina verso Catania "Nessun elefante vi protegge, prima o poi la lava vi distrugge" non c'è molto da dire.

Sono ultras...

La rabbia, il disgusto, la compassione o qualunque stato d'animo con cui si guardi all'operato del tifo organizzato non deve e non può far scattare sorpresa e incredulità rispetto a un qualsiasi comportamento stupido, razzista o criminale. Sono ultras, non ci si può aspettare nulla di diverso: ce lo dice l'esperienza, ce lo dicono diverse inchieste giudiziarie, in svariate zone d'Italia. In una città che se la prende con gli extracomunitari piuttosto che con la 'ndrangheta o che fa sorgere e proliferare circoli pro Salvini, lo striscione esposto in curva sud, allo Stadio Granillo, nei confronti di Catania e dei suoi tifosi, è quasi risibile sebbene sia l'ulteriore spia di un odio che va ben oltre la rivalità calcistica e di una guerra tra poveri che, ormai, è incanalata verso la guerra tra poveri.

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Ci si trincera dietro l'appartenenza, dietro la "mentalità" ultras come espressione di amore viscerale nei confronti della maglia e, per traslato, nei confronti della città. Si inneggia alla passione costi quel che costi, rappresentando il tifo organizzato come l'ultimo avamposto di romanticismo nel calcio moderno dominato dal business, come se gli ultras fossero dei patrioti che difendono la città o che la esportano generosamente lungo la Penisola, quando, invece, è storia che siano foraggiati dalle società o da altri ambienti ancor più malsani.

Sono ultras...

Il pericoloso mix è dato poi dal "palcoscenico" – lo stadio di calcio in cui sembra che ormai tutto sia consentito – e dagli attori, gli ultras. Si tratta di "persone" spesso non scolarizzate, che agiscono quasi sempre sotto l'uso di sostanze stupefacenti e, come hanno mostrato diverse inchieste giudiziarie, sono colluse con la criminalità organizzata e le mafie locali.

Per farla breve, un po' in ogni zona d'Italia, stiamo parlando di bipedi ignoranti, drogati e spesso mafiosi.

E' impensabile, dunque, che possano fare qualcosa di intelligente o di onesto ed è quantomeno ingenuo aspettarsi qualcosa di buono: andrebbero educati, istruiti, magari con la dolcezza dei metodi fascisti che molti di loro sembrano amare molto e poi autorizzati nuovamente a mettere piede in uno stadio.

Se lo striscione di Reggio Calabria non arriva ai livelli di orrore di quanto avvenuto a Roma con la strumentalizzazione della figura di Anna Frank, non va comunque minimizzato, sebbene dalla Reggina non sia arrivato nemmeno un sibilo sull'accaduto. E' quindi significativo che un uomo risoluto come il Questore Raffaele Grassi sia intervenuto tempestivamente (e conoscendolo, c'è da crederci), assicurando che la Digos lavorerà per individuare eventuali responsabilità.

Fortunatamente. Almeno in questa storia, c'è qualcuno con le palle...

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Lo striscione e le parole del Questore: http://ildispaccio.it/calcio/84-quadrante-amaranto/160598-reggina-catania-nessun-elefante-vi-protegge-prima-o-poi-la-lava-vi-distrugge-la-questura-si-mette-al-lavoro