“Caso Fallara”: Scopelliti “ideatore” del buco nelle casse del Comune di Reggio

scopellitigiuseppe 500altraScopelliti "ideatore" del buco nei conti del Comune di Reggio Calabria. La Corte d'Appello ha depositato le motivazioni con cui ha inflitto 5 anni di reclusione all'ex sindaco ed ex presidente della Giunta Regionale nell'ambito del cosiddetto "Caso Fallara", sulla gestione allegra delle finanze di Palazzo San Giorgio. Ne dà notizia il Corriere della Calabria, riportando anche i motivi della condanna a carico dei tre revisori dei conti, Carmelo Stracuzzi, Domenico D'Amico e Ruggero De Medici.

"La responsabilità dell'imputato Scopelliti – scrivono i giudici – si ricava da numerosissimi indizi. Gravi, precisi e concordanti, che formano nel loro insieme la prova logica di tutti gli elementi costitutivi dei reati contestati allo stesso" afferma la sentenza. Stando alle motivazioni del collegio presieduto da Adriana Costabile, Scopelliti sarebbe stato al corrente delle difficili condizioni economiche di Palazzo San Giorgio anche "dai continui e puntuali rilievi della Corte dei Conti sulla gestione dell'ente (trasmessi al sindaco e oggetto di controdeduzioni redatte dai revisori dei conti e firmate dal sindaco), ai quali facevano da cassa di risonanza le doverose proteste dei consiglieri comunali di minoranza nelle sedi istituzionali (non considerate per nulla da chi all'epoca aveva il compito di verificare se esse fossero veritiere, tra i quali vi erano anche i revisori contabili), degli imprenditori (sia singolarmente, sia mediante i loro organi rappresentativi) e poi dei dipendenti delle società partecipate e del comune, per i ritardi nei pagamenti dei loro stipendi".

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La Corte si sofferma anche, ovviamente, sulla figura dell'allora dirigente, Orsola Fallara, morta per ingestione di acido muriatico. Una figura onnipotente: "Di tale prevaricazione – spiega la Corte – vi è ampia dimostrazione nelle dichiarazioni degli assessori al bilancio, dei politici di opposizione e dello stesso teste Cuzzocrea, dalle quali si evince che tali figure istituzionali erano solo dei simulacri che avevano il compito di occupare un posto di funzione senza però esercitarne il relativo potere svolto, di contro, in modo penetrante e assolutistico dalla dottoressa Fallara". E il rapporto tra Scopelliti e la Fallara sarebbe stato strettissimo: "Per quel che concerne l'allora sindaco, dal dibattimento è emersa l'esistenza di un fil rouge che ha accompagnato tutta la sua gestione politico-amministrativa, ossia la sovrastante presenza della dottoressa Fallara, voluta dall'ex sindaco Scopelliti e mantenuta nell'incarico da quest'ultimo, intuitu personae, nonostante i comportamenti ostruzionistici della stessa nei confronti di tutti i dirigenti e degli assessori al bilancio e nonostante i chiari segnali di dissesto del Comune".

Per i giudici, come riporta il Corriere della Calabria, "Fallara era lo schermo dietro il quale agiva il sindaco Scopelliti che aveva voluto fortemente la stessa quale dirigente di un settore strategico dandole la possibilità di portare avanti, nel dissenso di buona parte dell'amministrazione". La sentenza parla anche di "assessori totalmente adagiati sulle sue posizioni, alcuni dei quali avallavano lo strapotere della dottoressa Fallara". Un sistema in cui la dirigente si sarebbe arricchita, tramite laute autoliquidazioni. Ma, ovviamente, il dato più importante, è quello che riguarda Scopelliti. I giudici della Corte d'Appello ribadiscono che «anche sotto il profilo logico, che l'ideatore delle falsificazioni contabili fosse il sindaco Scopelliti, il quale si è avvalso della accondiscendenza della dottoressa Fallara per attuare la sua linea politica travalicando e stravolgendo la netta separazione che dovrebbe essere demarcata tra livello politico e livello manageriale nelle pubbliche amministrazioni". Con un movente di natura politica e di mantenimento del potere: "La serie di falsi ideologici, di irregolarità, di funzionali occultamenti della reale situazione di difficoltà dell'Ente – concludono i giudici dell'appello – erano commessi al fine di mantenere il consenso e lo status quo".