Crotone, il 23 febbraio doppio appuntamento con “Il Festival dell’Aurora”

Alle 18.00 il dodicesimo appuntamento con i 3%A8letterari"#HYPERLINK "https://www.facebook.com/hashtag/caff%C3%A8letterari"CaffèLetterari della XIX° Edizione del Festival dell'Aurora, organizzati da Fondazione HYPERLINK "https://www.facebook.com/FondazioneOdyssea/"OHYPERLINK "https://www.facebook.com/FondazioneOdyssea/"dyssea e Fabbrica delle Arti in sinergia con Amici del libro di Crotone e Mondadori HYPERLINK "https://www.facebook.com/Mondadori-Bookstore-652760391433705/"Bookstore di Crotone. Antonella HYPERLINK "https://www.facebook.com/antonella.ossorio"Ossorio presenterà il suo libro "La Cura dell'acqua salata" inserito nella rassegna letteraria dedicata a Neri Pozza, presso Ristorante Pizzeria Orfeo Crotone.
L'incontro sarà moderato da Davide Zizza.
Antonella Ossorio è autrice di libri di narrativa per bambini e ragazzi pubblicati da Einaudi, Rizzoli, Giunti, Electa e altre Case Editrici. Nel 2014 è uscito per i Coralli Einaudi il suo romanzo La mammana (Premio Società Lucchese dei Lettori 2015).

Napoli, 1766. Al tocco delle undici antimeridiane Brais Barreiro sente con certezza che quello sarà il suo ultimo giorno di vita. L'origine dei suoi tormenti affonda le radici in un tempo e in un luogo lontano, la Galizia del 1730, quando, giovane orafo di talento e di riconosciuta fama, gli viene commissionato un gioiello senza eguali: una collana d'oro con uno scintillante pendente, noto come sapo gallego per l'affinità tra la superficie scabra del gioiello e la pelle del rospo.
Portata a termine l'opera, destinata al sontuoso décolleté di donna Delícia Castro, Brais scopre che l'idea di privarsene gli provoca una sofferenza inaspettata, un autentico sentimento di lutto. Il sapo gallego non è un semplice oggetto senz'anima, ma l'esatta misura del suo genio, una corda tesa sul confine tra umano e divino. Per questo motivo quando il committente del gioiello, Santiago Castro, si reca da lui per reclamarlo, la reazione di Brais è inconsulta e irrazionale: afferra un coltello e colpisce a morte l'uomo.
Confuso dalla natura del proprio gesto, terrorizzato dagli scenari che gli si prospettano dinnanzi, a Brais non resta che afferrare la custodia del sapo e darsi alla fuga imbarcandosi, sotto le mentite spoglie di Santiago Romero, su un mercantile britannico diretto in Italia.
Un viaggio che lo porterà a confrontarsi con la vera natura del sapo, nel quale si concentra un oscuro e spaventoso potere destinato a gravare come una maledizione sulla storia della famiglia Romero negli anni a venire.

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Alle 21.00 toccherà invece, alla musica.
Al teatro Apollo, verrà eseguito il "Concerto Mediterraneo", organizzato da "7RKGd67P_QR-OHYu1hd8iwBCkwiyeRIgFDtl65e3pjpo4MUIt8NFHLg9mKs7nyBgt3"Giacomo HYPERLINK "https://www.facebook.com/giacomocuticchioensemble/?eid=ARBebBDJCVdVvQ7RKGd67P_QR-OHYu1hd8iwBCkwiyeRIgFDtl65e3pjpo4MUIt8NFHLg9mKs7nyBgt3"CuticchioHYPERLINK "https://www.facebook.com/giacomocuticchioensemble/?eid=ARBebBDJCVdVvQ7RKGd67P_QR-OHYu1hd8iwBCkwiyeRIgFDtl65e3pjpo4MUIt8NFHLg9mKs7nyBgt3" Ensemble".
Concerto mediterraneo è l'ultima opera musicale di Giacomo Cuticchio. La suite per fiati, legni, ottoni ed archi vede come strumento protagonista il pianoforte e si sviluppa in tre quadri.
L'opera è dedicata a chi non è riuscito ad oltrepassare il Mar Mediterraneo e raccoglie suoni, caratteri e suggestioni tipici della Sicilia, madre e culla di svariate civiltà. Si alternano temi ora gai e vivaci, ora infausti e austeri, che dal pianoforte si propagano per fondersi con gli strumenti della formazione cameristica sfruttando le differenti gradazioni armoniche.
I musicisti dell'Ensemble, sono un'agguerrita "all star band" di giovani solisti siciliani di formazione ed esperienze internazionali. Si alternano così le agilità dei fiati e le profondità morbide e rugose dei legni con gli ottoni guerrieri e gli archi leggiadri, in un continuo cimento tra aperture solistiche e colore orchestrale. Il pianoforte di Giacomo prende parte all'Opera come strumento portante, così come l'antico pianino a cilindro cui la tradizione assegna il ruolo di commentatore musicale degli spettacoli del Teatro dei Pupi, quel pianino che Giacomo suonava da bambino agli inizi del suo apprendistato di puparo e musicista.