"Aemilia", Pm: "Da pentiti riscontri formidabili"

"Coloro che sono imputati hanno piena consapevolezza dell'ausilio all'associazione". È iniziata con le parole del pm della Dda di Bologna Marco Mescolini la requisitoria del primo grado ordinario del processo contro la 'ndrangheta 'Aemilia', in corso a Reggio Emilia, con 151 imputati.

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Il pm ha parlato di "condotte che denunciano cosa sia stata e cosa sia adesso, l'associazione 'ndranghetistica che si è espressa in Emilia fino al 2015 e fino al 2018 sotto altri aspetti". Dopo le intimidazioni e le presunte minacce ricevute da alcuni pentiti, compreso il 'pestaggio' del collaboratore Paolo Signifredi, il magistrato ha detto di aver "grande preoccupazione per quanto riportano i giornali". E sempre rispetto alle informazioni ottenute dai tre collaboratori di giustizia - Antonio Valerio, Salvatore Muto e Giuseppe 'Pino' Giglio -, per confermare la presenza della cosca nel territorio emiliano, Mescolini ha detto che questi "hanno fornito riscontri formidabili a quanto da noi sostenuto". Secondo il pm la chiamata di correo per altri imputati, supportata da "riscontri individualizzanti e attendibilità intrinseca ed estrinseca", rappresenta "un capitolo sufficiente a portare alla condanna". Le conclusioni dell'accusa proseguiranno per altre due udienze.