La Cgil Pollino Sibaritide Tirreno: “Emergenza rifiuti è colpa della Regione; ora è il momento della responsabilità”

"La Cgil Pollino Sibaritide Tirreno esprime solidarietà nei confronti della comunità di Cassano all'Ionio vittima della ennesima scelta scellerata della Giunta Regionale Calabrese. Riaprire una discarica a Cassano all'Ionio per nascondere l'incapacità politica del non aver attuato il Piano Regionale di gestione dei rifiuti, aggiornato nel 2016, è, infatti, un atto irrispettoso e che allo stesso tempo certifica il fallimento delle politiche regionali.

Nel denunciare questa chiara colpevolezza politica, siamo a chiedere alle istituzioni calabresi coinvolte, ed in particolare alla comunità d'ambito della provincia di Cosenza, di adoperarsi per definire, una volta per tutte, il piano di gestione dei rifiuti. Il sistema della raccolta differenziata, rispettando le indicazioni comunitarie, come modello culturale prima ancora che gestionale, con la conseguente individuazione dei siti su cui allocare gli impianti di selezione e trattamento, tenendo conto delle migliori tecniche disponibili e del rapporto tra i costi ed i benefici complessivi, è una scelta che condividiamo.

Nella provincia di Cosenza, perciò, urge definire immediatamente l'individuazione del secondo sito su cui allocare il cosiddetto "ecodistretto", considerata l'autorizzazione già in essere di analogo impianto nella Città di Corigliano Rossano, utilizzando, a nostro parere, il principio inderogabile della "prossimità" dell'impianto con le aree urbane in cui si produce il più alto quantitativo di rifiuto da cui recuperare frazioni riciclabili.

Una scelta logica e di democrazia quella che chiediamo facciano le istituzioni locali e che tenga conto anche del minor impatto ambientale che una tale scelta comporterebbe in termini di inquinamento prodotto dal transito dei veicoli atti al trasporto dei rifiuti. Una scelta che abbatterebbe costi e che sarebbe rispettosa, oggi, dei deficit strutturali delle infrastrutture viarie della nostra provincia.

La Cgil chiede di decidere in fretta, ma con una decisione che colga l'esclusivo interesse delle popolazioni amministrate.

Una scelta che deve avere un core business interamente pubblico per azzerare il deficit di trattamento che oggi è coperto da offerta privata nella gestione e nel funzionamento degli impianti di selezione e trattamento.

Ciò, riteniamo, a garanzia di elevati livelli di legalità che, con la sottoscrizione di appositi protocolli, possa definitivamente scongiurare ogni possibile infiltrazione della criminalità organizzata in un settore, purtroppo, alle nostre latitudini, notoriamente sensibile ad attenzioni particolari.

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Sappiamo, altresì, dell'esistenza di una candidatura istituzionale per ospitare il secondo selettore dell'ATO 1 e che chiediamo venga valutata secondo il principio di "prossimità" già richiamato e per cui ci preme ricordare che, nonostante sia suggerito dal piano regionale, alcun percorso di confronto con le parti sociali si è avviato sulla delicata tematica prima di manifestare la disponibilità suddetta e che la normativa vigente prescrive distanze minime dai centri abitati al di sotto delle quali nessun impianto, anche in sezione anaerobica, può avviare la "filiera dell'umido".

Responsabilità istituzionale accompagni, perciò, la prossima assemblea della comunità di ambito affinchè, nel dover uscire dalla emergenza attuale, si decida guidati dal mero interesse generale". E' quanto si legge in una nota stampa.