Morano aderisce alla manifestazione popolare in difesa dell’ospedale di Castrovillari (Cs)

«La salute è un diritto fondamentale dell'individuo. Sancito dalla Costituzione e più volte richiamato e confermato in atti e documenti di varia natura, come i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) approvati a gennaio 2017, un ottimo strumento applicativo che garantisce a tutti i cittadini l'accesso e la qualità delle cure mediche. Ma tra il dire e il fare, per la nostra amata Calabria, anche in questo caso, ahinoi, c'è di mezzo il mare».

Il sindaco Nicolò De Bartolo commenta così l'adesione del Comune di Morano alla manifestazione di protesta che si terrà venerdì 5 ottobre presso la sede dell'ASP Cosenza, e promossa in difesa dell'ospedale di Castrovillari da diverse associazioni, tra le quali "Famiglie Disabili (AFD), "Medici Cattolici (AMCI), "Volontari Italiani Sangue" (AVIS), "Volontari Ospedalieri" (AVO), "Amici del cuore", "Non più soli nella lotta contro i tumori", "Solidarietà e Partecipazione".

«Il tempo delle promesse è terminato e non è più possibile attendere oltre – afferma il primo cittadino moranese. Non possiamo permetterci di assistere inerti al sistematico smantellamento del nosocomio del Pollino e alle pesanti conseguenze che tale inaccettabile modo di procedere ha sulle popolazioni locali. Cosa hanno prodotto lunghi anni di commissariamento? – si chiede De Bartolo. Quale risultato se non un drastico calo di efficienza e qualità dei servizi? Cosa aspettarsi se l'obiettivo dichiarato, peraltro clamorosamente fallito, è unicamente il ripianamento dei conti? Dobbiamo amaramente constatare come la persona e i territori non rappresentino più una priorità e come la scala dei valori stia pericolosamente debordando verso criteri finanziari determinati dalla fredda legge dei numeri. La sfiducia che serpeggia nella popolazione ha superato il limite di sopportazione – continua De Bartolo. Riceviamo continuamente segnalazioni di disservizi a causa di chilometriche liste d'attesa: in un Paese civile tutto questo non deve accadere. Non può succedere che un ospedale che storicamente serve un bacino d'utenza tra i più numerosi della Provincia di Cosenza e dell'intera Calabria, debba soccombere sotto la scure di una struttura commissariale che opera scelte altamente penalizzanti e finalizzate, ormai è chiaro, alla dismissione del Ferrari. Le genti del Pollino non sono numeri e non possono più aspettare. Le genti del Pollino non vogliono continuare a intraprendere continui viaggi della speranza per curarsi altrove, compiendo un disastroso passo indietro. D'altra parte qualcuno dovrebbe riflettere anche sui costi che la Regione sostiene per i rimborsi connessi all'emigrazione sanitaria. E' ora di dire basta. Istituzioni e cittadini/utenti insieme. I vertici dell'ASP, ad ogni livello, provinciale e locale, soggetti che un tempo protestavano ed ora che ne hanno possibilità non intervengono, questi uomini agiscano immediatamente, con fermezza, per il bene della collettività, superando singole appartenenze o interessi di bottega, bandiere e colori che, nondimeno, mutano con il variare delle stagioni, dei ruoli e delle prossimità del momento. E' urgente che il Governo ponga fine al commissariamento e restituisca ai calabresi la gestione della sanità pubblica; la politica, dal canto suo, non si lasci trovare impreparata, ma si attrezzi prontamente per fornire risposte adeguate ai bisogni delle comunità. E lo faccia presto. Per quanto ci riguarda saremo presenti all'iniziativa del 5 ottobre e, parimenti, sosteniamo con forza la manifestazione che si terrà a Morano, mercoledì 26 settembre, ore 18.00, Chiostro San Bernardino, per discutere e confrontarci sul futuro e le azioni di lotta da intraprendere».

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