Il M5S interroga il ministro della giustizia sul Tribunale di Cosenza

"Da troppi anni, ormai, numerosi articoli di stampa descrivono un ambiente conflittuale all'interno della Procura del Tribunale di Cosenza a causa di inchieste boicottate e fughe di notizie. Abbiamo deciso di interrogare il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede per chiedere se intenda valutare la sussistenza dei presupposti per l'avvio di iniziative ispettive presso il Tribunale di Cosenza, e ciò anche al fine di fugare tutti i dubbi che emergono dalle notizie diffuse a tutela stessa dell'immagine della Procura del Tribunale di Cosenza". Così scrivono i deputati del M5S Melicchio primo firmatario dell'interrogazione, insieme agli altri parlamentari calabresi D'Ippolito, Orrico, Misiti, Tucci, Forciniti, Scutellà, Sapia e Parentela. "Nelle idee del MoVimento 5 Stelle la giustizia è al servizio dei cittadini e tutti gli interventi del futuro governo non saranno più finalizzati a tagliare e spuntare le armi, ma a migliorare l'efficienza e la qualità della giustizia. - continuano i parlamentari pentastellati - L'allerta però deve essere costante, soprattutto a riguardo dei reati contro la Pubblica Amministrazione. Il rapporto di Transparency del 2017 sulla corruzione ha lanciato l'allarme sulla situazione in Italia. Siamo in pratica un Paese ostaggio della corruzione, terz'ultimo in Europa, dietro solo a Grecia e Bulgaria, per il livello di malaffare esistente. E il problema non sembra essere affatto l'apparato normativo bensì l'applicazione pratica e la capacità sanzionatoria e repressiva delle istituzioni che, quando si parla di reati commessi dai cosiddetti "colletti bianchi", diventa drammaticamente poco incisiva ed efficace". I Deputati a 5 stelle precisano quindi "di aver segnalato al Ministro le informazioni diffuse, che trovano però riscontro su alcuni dati oggettivi, in merito a quanto successo all'interno della Procura cosentina su inchieste che coinvolgono la Pubblica Amministrazione, insieme ad alcune indagini finite nel nulla. Queste notizie, oramai di dominio pubblico, gettano discredito sul funzionamento della Procura del Tribunale di Cosenza che, per la sua autonomia e dovere di riservatezza, non può, né deve replicare a "voci" sull'adeguatezza del suo operato. Abbiamo pertanto ritenuto opportuno – concludono i parlamentari pentastellati – utilizzare le nostre prerogative, nel tentativo di spazzare via ombre e sospetti alimentati in questi anni. A beneficio di tutti".

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