Lamezia, don Pino Latelli: "La vita e l'amore sono più forti della pandemia"

«Rev.mo don Pino, sono Vincenzo e abito a Bolzano. Ho letto volentieri in questi mesi segnati dalla prova e dal dolore le risposte che lei puntualmente ha dato alle domande dei suoi parrocchiani. Anche io e la mia famiglia ci siamo ritrovati all'improvviso a fare esperienza del dramma della pandemia. La morte ha portato con sé tanti miei parenti e amici ai quali non è stato possibile dare nemmeno un ultimo e doveroso saluto. La paura, l'ansia e la sofferenza hanno stretto come in una morsa la nostra vita, il nostro futuro e le nostre speranze e sembra, ancora oggi, che viviamo un terribile incubo dal quale non riusciamo a uscire. Ringrazio gli operatori sanitari che rischiano la loro vita e tutti coloro che con la preghiera e la vicinanza condividono la nostra sofferenza. Don Pino, le chiedo una parola di conforto e di speranza».

«La tua coinvolgente testimonianza sui momenti difficili e bui che stai attraversando in questo tempo di pandemia, mi ha veramente commosso». Inizia così la risposta che don Pino Latelli , parroco in solido della Chiesa della Beata Vergine del Carmine di Lamezia Terme, rivolge a Vincenzo che, attraverso una lettera, lo ha informato sulla grave situazione di sofferenza che sta vivendo a Bolzano, insieme con la sua famiglia, in questo momento storico del covid-19 che ha gettato tante persone nella paura e nella disperazione.

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«Condivido – continua il prelato – le tue preoccupazioni e le tue paure, il grazie ai medici e agli infermieri che hanno curato tanti ammalati rischiando la loro vita e il dolore per la morte di tanti tuoi amici e conoscenti. Tuttavia – continua don Pino – nonostante questo quadro drammatico della realtà, non dobbiamo abbandonarci allo sconforto e allo scoraggiamento. Tanti sono i segnali positivi che ci aiutano a vedere una luce in fondo al tunnel e ci permettono di ritrovare la speranza che presto questo brutto momento passerà. Intanto consiglio a te e alla tua famiglia il distanziamento sociale e l'uso della mascherina da portare non solo nei luoghi chiusi ma anche nei luoghi all'aperto come segno di rispetto per voi stessi e la vostra salute e le persone che vi circondano».

Il parroco commenta la triste situazione che l'uomo sta vivendo osservando che «essa, nel farci scoprire i nostri limiti umani e la nostra fragilità, ci ha permesso di tornare a essere "umani" allontanando la nostra mania di onnipotenza, il delirio di grandezza, di immagine e di potere e operare un cambiamento nel nostro stile di vita.

La diffusione del covid-19 – aggiunge don Pino – ha messo in luce che, come tu stesso hai constatato, nel cuore degli uomini c'è ancora tanta bontà e desiderio di fare del bene ma c'è anche tanto egoismo e meschinità. Ho la piena convinzione che in molti seguiranno con entusiasmo le testimonianze commoventi e gli esempi di amore, di solidarietà e di condivisione lasciate da infermieri, medici, lavoratori e sacerdoti quando, finalmente, usciremo dall'emergenza. Sono altresì fermamente convinto che la vita e l'amore sono più forti della pandemia e che tutti d'ora in poi dobbiamo continuare a regalare almeno un sorriso a coloro che ne hanno bisogno.

In questa situazione drammatica abbiamo riscoperto la bellezza della solidarietà condividendo, in un ideale abbraccio di tutti gli uomini e le donne del Nord e del Sud, le nostre ansie e le nostre paure.

Le comunità cristiane non solo hanno manifestato attenzione e solidarietà soprattutto verso i più deboli e i più fragili non consentendo a nessuno di rimanere solo ma hanno seminato costantemente speranza in una situazione in cui facilmente poteva prendere il sopravvento la sfiducia e lo sconforto.

La preghiera, dalla quale abbiamo ottenuto consolazione e speranza, ci ha consentito di unire il nostro grido di dolore e stare accanto a coloro che hanno sofferto, a coloro che sono morti e a coloro che sono stati più esposti al contagio. Papa Francesco, che con forza ha sollecitato più volte la Chiesa a mettersi con umiltà a servizio di quanti hanno avuto bisogno, con la celebrazione della Santa Messa dalla Chiesa di Santa Marta, è entrato nelle case degli italiani, i quali ogni mattina hanno avuto l'opportunità di ascoltare la sua parola foriera di incoraggiamento, di vicinanza, di conforto e di speranza».

«I fedeli della Diocesi di Lamezia – prosegue don Pino - hanno ricevuto un "grande abbraccio virtuale e la tenerezza di una carezza" dal vescovo Giuseppe Schillaci che, nonostante il delicato intervento chirurgico a cui è stato sottoposto e le sue precarie condizioni di salute, in più occasioni e in diversi modi è stato vicino alla sua gente bisognosa della premurosa presenza e della parola di sostegno del suo Pastore in un momento storico così difficile. Monsignor Schillaci, al quale in questi giorni si è stretta tutta la Diocesi lametina per esprimere cordiali auguri nella ricorrenza della sua Ordinazione Episcopale e dell'inizio del Ministero Pastorale nella Diocesi di Lamezia Terme, con sollecitudine ha espresso un pensiero di gratitudine "per quanti, medici, infermieri, volontari, per tutti coloro che hanno messo a repentaglio la propria esistenza in questo periodo fino a sacrificare la propria vita".

La prima comunità dei discepoli, a cui Gesù si manifesta Risorto, - ha sottolineato il Presule - è un pò come noi in questo momento: una comunità fragile, chiusa per la paura. Ma il Signore Risorto viene ad abitare le nostre paure, le nostre chiusure, e ci libera da tutto questo". Altrettanto incisivo il pensiero del vescovo su come affrontare la nuova e triste realtà della pandemia: "Non lasciamoci imprigionare dalla paura, non chiudiamoci e soprattutto non chiudiamo la nostra vita dentro orizzonti sempre più angusti. Il Risorto viene ad aprire le porte della comunità, le porte del nostro cuore". Costante, infine, l'invito del vescovo di Lamezia rivolto ai fedeli della Diocesi di "affidarsi con fiducia al Signore e alla Madre di Dio con la forza e la bellezza della preghiera in questo tempo di prova e di sofferenza".

Dunque, o Vincenzo, l'esperienza drammatica di questi mesi mi auguro possa essere di insegnamento a te e alla tua famiglia: sappiate valutare con serenità ciò che per voi è essenziale alla vostra vita e spalancare il cuore a Dio perché abiti in voi la luce vera, la santità, la gioia, il perdono e la pace. Accogliete con docilità – conclude don Pino - l'invito che la Madonna rivolge a voi di pregare per la fine della pandemia specialmente con la recita del Santo Rosario, consapevoli che Maria prega con noi e per noi, ascolta le nostre suppliche e intercede per noi».