Omicidio Rosso: 30mila euro ai killer per eseguire la "vendetta"

Carabinieriarresto14marzoTrentamila euro per uccidere un uomo. E' la cifra che gli assassini di Francesco Rosso, il macellaio trentottenne assassinato a colpi di pistola nel suo negozio a Simeri Crichi (CZ) il 14 aprile 2015, avrebbero ottenuto a compenso del delitto. I carabinieri della Compagnia di Sellia Marina, che lo scorso 21 settembre avevano arrestato i 4 presunti autori materiali dell'agguato, stamane hanno chiuso il cerchio, arrestando i mandanti, Evangelista Russo, 70 anni, piccolo imprenditore di Sellia Marina, e Francesco Mauro, suo dipendente, di 41 anni che avrebbe assoldato i killer. Il gruppo di fuoco sarebbe stato composto da Danilo Monti, 27 anni, di Cerva, nel Catanzarese, ma residente a Lecco, considerato il killer; Gregorio Procopio, 56 anni, il figlio Antonio di 31, entrambi di Botricello (Cz), e il genero, Vincenzo Sculco, trentenne di Andali (Cz). Monti avrebbe fatto fuoco contro la vittima dopo una serie di pedinamenti ed appostamenti, mentre i complici gli avrebbero fornito supporto logistico. Dopo gli arresti del settembre scorso, e' stato proprio il killer a confessare il delitto, permettendo agli inquirenti di suffragare l'intera ipotesi investigativa. Sarebbe stato l'odio maturato tra le due famiglie coinvolte, per dissidi anche di origine patrimoniale, ad alimentare la sete di vendetta di Evangelista Russo. Dopo un'accesa lite avvenuta nel 1999 con il padre della vittima, l'imprenditore avrebbe concepito la vendetta nei confronti del suo rivale, fino a uccidergli il figlio. Mauro, dipendente e factotum di Russo nella sua ditta di tornitura, avrebbe commissionato l'esecuzione dell'omicidio a Monti ed ai suoi complici per un cifra pattuita di 30.000 euro, fornendogli anche l'arma usata per uccidere.
"Si e' trattato di un omicidio davvero brutto, perche' fatto in una macelleria dove poteva esserci tanta gente. Aver trovato i responsabili e' stato importante perche' in questo modo si rida' fiducia ai cittadini". Con queste parole il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha commentato l'esito dell'operazione "Quinto Comandamento". L'operazione ha rappresentato la prosecuzione di un precedente blitz dello scorso settembre nel quale erano stati individuati gli esecutori materiali dell'agguato. "Quel giorno - ha esordito Gratteri - sentivamo dire che mancava qualcosa perche' non si erano arrestati i mandanti, ma adesso abbiamo chiuso il cerchio con un quadro probatorio molto forte e grazie a un grande lavoro investigativo nel quale sono stati studiati e incrociati una enorme quantita' di dati, di intercettazioni e di riscontri. Sento il dovere di complimentarmi con i colleghi Vincenzo Capomolla e Alessandro Prontera e con l'Arma dei carabinieri per la loro professionalita' e la loro costanza, perche' si e' trattato di un'indagine travagliata: c'erano anelli mancanti ma adesso - ha sostenuto ancora il procuratore di Catanzaro - abbiamo completato la catena, e questo e' importante perche' questa operazione rafforza la credibilita' degli organi inquirenti e la fiducia dei cittadini".

--banner--

I dettagli dell'operazione che ha fatto luce sull'omicidio Rosso sono stati illustrati in una conferenza stampa alla quale, oltre a Gratteri, ha partecipato anche il procuratore aggiunto, Vincenzo Capomolla, che ha ricostruito il contesto nel quale e' maturato il delitto: "Un delitto - ha rilevato Capomolla - alimentato da motivi beceri, da sentimenti che esprimono un preoccupante degrado nelle relazioni sociali di una comunita' nelle cui pieghe ci sono rapporti improntati all'odio profondo e a una sete di vendetta covata per quasi trent'anni e che si e' consumata con un omicidio a pagamento, in pieno giorno e con un impressionante allarme sociale. Alla fine - ha spiegato poi Capomolla - abbiamo ricostruito tutta la vicenda con un'inchiesta a mio avviso assolutamente granitica a livello probatorio". All'incontro con i giornalisti e' intervenuto anche il comandante della Compagnia dei carabinieri di Sellia Marina, Alberico De Francesco, insieme al tenente Pierantonio Tarantino: i militari dell'Arma si sono soffermati in particolare sugli aspetti tecnici particolarmente complessi dell'inchiesta, simboleggiati dalle oltre 180mila intercettazioni confluite nell'operazione "Quinto Comandamento".Omicidio Rosso: 30mila euro ai killer