“Il ministro della Sanità Grillo mi preoccupa, per la sua attività e perché ‘gioca’ coi numeri: altro che aumento della spesa di settore…”. Firmato: Marco Siclari, Forza Italia

siclarilameziabuonadi Mario Meliadò - La considera una missione, la sua; non solo una mera questione inerente la sua attività politica. E in effetti Marco Siclari, che fin dall'inizio del suo mandato senatoriale si occupa ininterrottamente delle emergenze calabresi con particolare riferimento soprattutto alla Sanità, come ribadito davanti ai cronisti a Lamezia Terme, unisce la consapevolezza della gravità del gap regionale rispetto alle prestazioni sanitarie erogate in quasi tutti gli altri territori italiani alla competenza di settore.

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«Sono capogruppo di Forza Italia in Commissione Sanità del Senato, sono un medico e per questo ho sposato con passione il tema della tutela della salute in Italia, e di conseguenza in Calabria visto che è la mia realtà e anche quella che ne ha più bisogno, stando alle classifiche nazionali – è stato il suo esordio ­–. Secondo dei report, il Servizio sanitario nazionale è peraltro a rischio-sostenibilità e si pensa che entro il 2025 possa esserci il tracollo del Ssn, se non riusciamo a trovare almeno 10 miliardi di euro l'anno; ché poi, sapete bene che ce ne sono 20, di miliardi l'anno, di soli sprechi nel settore...».

Da qui, a passare in rassegna l'attività del ministro competente – la pentastellata Giulia Grillo –, è davvero un attimo: «Quel che più mi preoccupa è l'attività del ministro. Ha annunciato che ci sarà un aumento di un miliardo di euro nella spesa sanitaria: ma in realtà, come del resto per tutti gli annunci che questo Governo sta facendo..., non ci sarà assolutamente un aumento della spesa di settore, che è assestata sul 6,5% del Prodotto interno lordo, il Pil. Ebbene: nel Def, il Documento economico finanziario approvato al Senato io sono intervenuto, e ho chiesto sì d'aumentare la percentuale della spesa sanitaria rispetto al Pil... invece è stato fatto esattamente al contrario: è stato mantenuto il vecchio Def che, tagliando questa percentuale, l'ha fatta scendere appunto al 6,5 per cento. La settimana successiva il ministro Grillo poi ha detto: 'Alla prima occasione utile, aumenterò la spesa in Sanità', ma la prima occasione utile era quella della settimana precedente... e non l'ha fatto. Incremento di un miliardo? Basta dire le cose per come in realtà non sono! – sbotta Siclari –, 6,5% del Pil vuol dire anche che, se aumenta il Prodotto interno lordo, automaticamente sale anche la spesa sanitaria... non hai aumentato un bel niente tu, è il Pil a essere aumentato».

Ma la spesa sanitaria, di per sé, tende comunque a lievitare, ammette il senatore di Villa San Giovanni trapiantato a Roma. «Vero: i costi continuano ad aumentare. Perché? Perché c'è da regolamentare i contratti – spiega Marco Siclari –, perché occorre assumere più medici di cui c'è carenza negli organici calabresi, perché gli strumenti che servono a fare la diagnosi e la cura costano molto di più rispetto al passato, perché i farmaci 'salvavita', medicine specifiche per patologie specifiche disponibili sul mercato hanno dei costi incredibili, e però non possiamo non darli ai nostri pazienti, ai nostri concittadini... Ecco allora che la spesa sanitaria naturalmente tende ad aumentare; ma, dall'altra parte, la politica non riesce a dare le soluzioni per garantire un Ssn in grado di offrire risposte a tutte le regioni».

Ad avviso del parlamentare forzista, non è solo un precetto generale: è anche la fotografia di un momentaccio della titolare in carica del relativo dicastero... «Be', dicono che aumentano la spesa e poi in realtà non aumenta; hanno rimediato una figuraccia e sono stati costretti a una retromarcia clamorosa con annesso 'rigurgito' in tema di vaccini, rispetto ai quali avevano annunciato che non avrebbero mai obbligato alcun bambino a dover presentare il certificato d'avvenuta vaccinazione per potersi iscrivere a scuola, poi hanno detto 'scusate, lo renderemo attivo dal prossimo anno scolastico', poi da settembre il giorno giusto è nuovamente slittato a marzo... e intanto pure il capo di gabinetto Alfonso Celotto s'è dovuto dimettere... Adesso, sembra sia 'a rischio' lo stesso ministro Grillo... Ci troviamo davvero in una situazione d'indecisione perenne e d'improvvisazione continua».

E a proposito di Sanità, privata in questo caso, Siclari ha ben vivido il ricordo «del giorno dell'insediamento del Governo: era il 5 giugno, quando mi arrivò la notizia che Federlab e Unilab, che rappresentano tutte le strutture private che offrono servizio pubblico, avevano deciso di scioperare per i tagli che il commissario Scura aveva fatto alle strutture private convenzionate. Ciò significa – è la spiegazione del parlamentare azzurro – che se hai la possibilità, ti curi; se non hai la possibilità, non ti curi. E se non ti curi, puoi anche rischiare di morire. Queste parole, le ho dette in Senato il giorno dell'insediamento del Governo: al momento della presentazione dei ministri, ho preso la parola e ho detto 'Ma sapete cosa sta succedendo in Calabria? Lì, se non hai i soldi, rischi di morire', e ne ho illustrato le ragioni». Naturalmente, qui è massima l'attenzione della delegazione del 'Marrelli Hospital' di Crotone presente alla conferenza stampa.

Tanto più quando il senatore Marco Siclari rammenta le continue richieste di spiegazioni al ministro Giulia Grillo, a partire dall'interrogazione del 25 giugno: il 13 luglio in Aula gli rispose il sottosegretario leghista al settore Maurizio Fugatti: «Da quel che loro avevano appreso, non c'era motivo di preoccuparsi. E i tagli operati dal commissario Massimo Scura, quelli a Catanzaro e a Cosenza e il micidiale 70% a Reggio Calabria erano tagli che lui doveva fare. Risposta agli atti della Commissione».

Poi nuova interrogazione il 25 luglio, presentandole il 'conto' del fallimento dello strumento commissariale: «È da 11 che la situazione non migliora, è da 11 anni che l'erogazione dei Lea, i Livelli essenziali d'assistenza, non raggiungono i livelli presenti nelle altre regioni, per cui chiedo a nome di tutti i calabresi di mettere la parola 'fine' al commissariamento», rammenta Siclari il tenore del suo intervento. Ma il 2 agosto il ministro «ridacchiando, con un po' di sarcasmo fuori posto, dimostrò di non saper rispondere. In sostanza, si limitò a dire sorridendo: non ci sono le fondamenta, per mettere la parola fine al commissariamento. Io pensavo d'aver sentito male, poi soffro anche d'ipoacusia... - ironizza un po' il senatore villese –, per cui le chiesi: 'Ministro, cosa manca?' 'Le fon-da-men-ta', rispose la Grillo».

E la prassi prevede che dopo l'intervento del ministro il senatore interrogante non possa replicare: «Così, sono rimasto con l'amaro in bocca. Ed è anche per questo che tutte queste puntualizzazioni le ho volute fare oggi qui con voi», è lo sfogo 'a distanza' di Marco Siclari.