Beni culturali, Corrado (M5S): “Sottoporre a vincolo aree di interesse archeologico della Calabria centro-orientale”

"È urgente vincolare ex D.Lgs. 42/2004, Art. 142 , comma 1, lettera m alcune aree di interesse archeologico della Calabria centro-orientale. Eccessiva antropizzazione, abusivismo edilizio, taglio indiscriminato di alberi per alimentare centrali a biomasse sono alcune tra le cause del puntuale naufragio della candidatura della Sila a patrimonio Unesco, con buona pace dei narratori di favole a lieto fine che escono dal letargo nell'imminenza di ogni appuntamento elettorale". Lo scrive, in una nota, la senatrice del Movimento Cinque Stelle Margherita Corrado, che aggiunge: "Finché dette condizioni di criticità non saranno superate, ogni ambizione ad ottenere l'ambito riconoscimento è destinata ad infrangersi. Si trascura spesso, però, il fatto che tra gli altri strumenti di tutela dell'altopiano, il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio mette a disposizione il vincolo archeologico ex Art. 142 comma 1 lettera m, che si applica non a singoli luoghi ma a zone anche molto vaste punteggiate di siti di interesse archeologico. Ebbene, ai laghi Ampollino, Arvo e Cecita corrispondono altrettante aree di frequentazione antropica remota che, se nel secondo caso è solo preistorica, negli altri due spazia dalla Preistoria al Medioevo".

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"Gli archivi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali – prosegue la parlamentare - contengono tali e tanti dati, al riguardo, che in passato la Soprintendenza ABAP sembrava essere sul punto di emanare i vincoli suddetti. Lo stesso vale, spostandoci verso lo Ionio, per certe aree del Crotonese come la fascia sub-costiera delle colline che corrono da Carrara a Campione. Ho scritto alla Direzione Generale del Ministero Beni Culturali per chiedere che analizzi i casi sopra citati alla luce della documentazione disponibile e quello più puntuale di Piano di S. Biagio (Crotone), allo scopo di valutare l'attivazione o la ri-attivazione delle relative istruttorie di vincolo. Le azioni di tutela dei beni pubblici, infatti, oltre a suscitare o accentuare la consapevolezza dell'importanza del patrimonio culturale da parte della comunità locale, sono la premessa indispensabile per qualsiasi intervento di valorizzazione, altrimenti depotenziato ab origine".