Narcotrafficanti legati alla ‘ndrangheta: 10 condanne in appello a Roma

toghe 500altraPiù di 70 anni di carcere sono stati complessivamente inflitti dalla II Corte d'appello di Roma nei confronti dei componenti di un'organizzazione dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, con l'aggravante del metodo mafioso. I giudici hanno accolto totalmente le richieste del Pg Francesco Mollace (Leggi qui la notizia), e hanno inflitto a Bruno Crisafi 20 anni di reclusione, a Vincenzo Crisafi 12 anni, a Stefano Massimo Fontolan 5 anni, a Giuseppe Langella 6 anni, ad Antonio Pizzata 10 anni, a Francesco Pizzata 12 anni, a Giovanni Scognamiglio 2 anni e mezzo, ad Antonio Sestito 4 anni, a Davide Sestito 4 anni, e a Francesco Virgilio 2 anni.

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Si tratta delle stesse condanne sentenziate nel maggio 2016 in primo grado dal gup capitolino a conclusione del processo col rito abbreviato. L'inchiesta sulla quale è stato istruito il giudizio fu il punto finale di una complessa indagine che vide confluire in un unico processo tre diversi procedimenti, denominati rispettivamente 'Nuvola', 'Codice San Luca' e 'Buena Hora 2'. Tre operazioni di polizia che trovarono convergenze, in un quadro generale che portò gli investigatori a ritenere esistente un grosso traffico internazionale di droga (tra l'altro, anche un carico dalla Spagna di 160 kg). In questo quadro s'inserirono le dichiarazioni di uno degli autori dell'omicidio a Roma del boss calabrese Vincenzo Femia. Si tratta di Gianni Cretarola, poi diventato collaboratore di giustizia. Fu proprio lui a ricostruire il contesto criminale, le singole importazioni (tentate o consumate) di droga, oltre che altri delitti, tra cui una gambizzazione. In sintesi, le indagini sull'omicidio di Femia portarono all'identificazione di Cretarola, che permise di ricostruire una complessa rete di persone dedite principalmente all'importazione e allo spaccio di droga.