Chiusura indagini Sacal, Bova: "La politica intervenga prima della verità processuale"

«La notizia della chiusura delle indagini della Procura di Lamezia Terme relativa all'inchiesta "Eumenidi", apre di fatto la fase processuale di una vicenda delicata, quella legata alla gestione di Sacal, che per certi versi rappresenta la cartina di tornasole del malcostume che ormai pervade i diversi settori della vita politico-istituzionale del nostro Paese». È quanto sostiene l'on. Arturo Bova, consigliere regionale e presidente della Commissione contro la 'ndrangheta in Calabria.
«Una vicenda sulla quale, ancora oggi, la politica non ha preso posizione, non è intervenuta, sebbene l'argomento meritasse allora - e meriti tuttora - di essere al centro della discussione.

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Il grande lavoro svolto dal procuratore Salvatore Curcio e dai suoi sostituti, impone a ciascuno di noi di fare la propria parte e di non lasciare sola la magistratura e le forze dell'ordine nel certosino lavoro di riscatto della nostra regione dalla piaga della corruzione», prosegue Bova.
«Il cammino della giustizia è inesorabile ma, ahimè, lento – continua -. Il percorso parallelo e soprattutto indipendente che l'analisi politica deve compiere, deve essere invece rapido e perentorio».
«Troviamo oggi, e non domani, la forza di mettere alla porta coloro che, approfittando della posizione pubblica acquisita, anziché controllare, vigilare e fare in modo che la parte privata rispettasse le regole, ha, al contrario agito in violazione quantomeno morale delle regole al fine di perseguire squallidi tornaconti personali».
«Se si riuscisse nell'immediato a farlo – conclude il presidente -, dimostrando serietà e attenzione alla res pubblica, forse faremmo in tempo a far ritornare i cittadini alle urne e a far recuperare quella credibilità e fiducia nelle istituzioni da tempo persa. Non farlo, invece, rappresenterebbe la vera antipolitica e il vero populismo. E ne alimenterebbe i venti di protesta».